Due settimane fa ho avuto il piacere di facilitare il primo gruppo del percorso dell’EPTP in Italia. Sono grato alle tredici persone che mi hanno tenuto a battesimo in questo nuovo percorso e per l’alchimia che si è creata.
In tanti anni di formazione ho sempre riscontrato che ogni classe o gruppo si forma attorno ad un tema. Ricordo come due anni fa in Sud Africa il titolo che venne dato al nostro gruppo di studio con l’Enneagramma fu quello di “Real Living Peace” data la sorprendente armonia e presenza di tutte le persone.
Quest’anno, durante il workshop dell’EPTP a cui ho partecipato in Brasile, il tema è stato quello dell’energia, al punto tale che per tre giorni esatti siamo stati senza corrente elettrica (eravamo nella giungla). Il gruppo è stato battezzato in portoghese “Falta de Energia”, ovvero “Caduta di Tensione”.
Credo sia un titolo perfetto perché da un punto di vista energetico la personalità è un aspetto energetico contratto delle nostre qualità essenziali, quelle qualità o virtù che l’Enneagramma ci mostra e che sono presenti in ciascuno di noi in modo non contratto al momento della nostra nascita. Far “cadere la tensione” della nostra personalità equivale a de-strutturarla per permetterci di andare oltre la stessa personalità e crescere.
Il gruppo dell’EPTP di fine Novembre scorso si è ritrovato in un convento nei boschi della provincia di Bergamo e, forse complice uno spezzone dal film “Balla coi lupi”, ha trovato il suo tema attorno alla tribù indiana.
Lo spezzone di Balla coi lupi aveva lo scopo di mostrare l’enneatipo Nove (soprannominato il Mediatore) attraverso la figura del tenente John Dunbar (recitato da Kevin Costner) e la sua capacità di mediare, di cercare un dialogo, di essere-con, di spaziare e di includere tutti e tutto.
Ma il film non mostra solo le qualità della personalità del tipo Nove, mostra anche la qualità dell’essenza del tipo Nove che, nel sistema dell’Enneagramma, è conosciuta come Virtù e che per il tipo Nove è rappresentata dalla Giusta Azione.
Lo spezzone che segue è la scena di apertura del film (clicca sull’immagine per vedere il filmato):
Tutto è immobile, non c’è azione (la passione del tipo Nove, l’Accidia).
I due schieramenti contrapposti (nordisti contro sudisti) sono in attesa che qualcosa succeda ma nessuno prende l’iniziativa (la fissazione del tipo Nove, l’Inerzia).
Il tenente John Dunbar è gravemente ferito e teme l’amputazione della gamba ed in un gesto a metà tra l’azione eroica ed il suicidio cambia le sorti della battaglia. È la Giusta Azione.
Quante volte viviamo nell’attesa che qualcosa avvenga?
Quante volte temiamo di fare il primo passo?
Quante volte facciamo un mucchio di cose per evitare di fare quell’unica cosa che la vita ci chiede di fare in quel momento?
Cosa ci frena dall’uscire dalla nostra zona di confort?
Cosa ci aspetta usciti dalla zona di confort?
Tra l’azione e la non-azione è (quasi) sempre meglio l’azione, giusta o sbagliata che sia, se non altro avremo modo di poter dire se era quella giusta o sbagliata.
Ma anche non-agire è un’azione in se stessa, come ci ha insegnato il console Quinto Fabio Massimo detto Cunctator, “Temporeggiatore” (275 a.C. – 203 a.C.) che, nel 217 a.C., dopo le terribili disfatte dell’esercito Romano contro l’esercito del Cartaginese Annibale, grazie alla sua politica di attesa e di diplomazia, salvò Roma dall’oblio e permise a Roma di vincere la prima guerra punica.
Mauro