Articolo di Uranio Paes* (1)
L’istinto sociale, nella sua forma più pura, riguarda l’atteggiamento di disponibilità a servire il prossimo, la collettività, il pianeta e l’esistenza. Fornire un tipo di servizio che non chiede status o visibilità. Servire in modo disinteressato, come un vero servo. L’istinto sociale quando si trova nel suo stadio più elevato comprende che la posizione più nobile alla quale un essere umano può arrivare è quella di essere servo di Dio, aiutandolo umilmente, come canale, a realizzare la sua grande opera di Creazione. Inoltre, considerando un livello più vicino all’Essenza ed al suo funzionamento più sano, ciò che comprendo è che (in maniera un po’ distinta dalla comprensione del grande professore e autore di Enneagramma, Claudio Naranjo) l’istinto sociale è legato all’Amore Agape e Caritas[2].
Ritengo che l’istinto sociale sia quello a cui devono accedere tutte le persone allo scopo di integrarsi ad altre due importanti dimensioni dello sviluppo spirituale: la creazione di un gruppo di lavoro interiore ed il posizionamento dello stesso gruppo come qualcosa di fondamentale per l’autosviluppo [3], oltre all’attitudine nella vita di mettere le altre persone davanti a sé.
Tuttavia, chi è “sociale-dominante” ha una potenziale ombra nella mancanza di umiltà e nel complesso di superiorità [4] e/o di complesso di Dio o di salvatore. In altre parole, i sociali-dominanti devono vegliare sulla possibile tendenza a volersi staccare e differenziarsi per essere i “di più” o i migliori, di voler apparire o avere fama (status) e di essere eccessivamente al comando, perché queste sono cose che possono danneggiare l’autosviluppo psicologico e spirituale [5].
I sociali-repressi, invece, possono avere una tendenza allo scetticismo arido ed alla fobia (tratti che, se esagerati, possono diventare una sociopatia) verso i gruppi. Entrambi i profili (sociale dominante e sociale represso) tendono a portare dentro di se traumi centrali di episodi nei quali sono stati oggetto di sentenze individuali o collettive da parte di gruppi.
Gli esempi più comuni emergono nei lavori più profondi che facciamo con l’Enneagramma e sono memorie legate al dover salvare qualcuno (es. il padre o la madre) da una situazione specifica, sovvertendo l’ordine naturale delle cose, creando l’impressione di sentirsi più grandi di quello che si è; ed episodi di manipolazione, tradimento e conflitti, ad esempio in situazioni politiche, religiose o durante le guerre, oltre a temi di sottomissione individuale o collettiva (come nel caso delle torture e della schiavitù).
Dal punto di vista psicologico, l’istinto sociale è legato alla figura paterna, che è quella di chi ha la funzione archetipica di portarci nel mondo, per farci diventare indipendenti e per farci conquistare il nostro spazio. Si tratta di un’energia molto diversa ed ugualmente importante rispetto a quella della madre che contiene, conserva e protegge. Lavorare sul rapporto con il padre e risolvere eventuali traumi di questo rapporto è, per diverse ragioni, imprescindibile per tutti quelli che si mettono in una strada di autosviluppo.
Tuttavia, queste questioni legate al padre tendono ad essere percepite dall’individuo in modo più traumatico quando l’istinto sociale è dominante, con una tendenza a sentire una dipendenza o attaccamento eccessivo rispetto alla figura del padre e, quando l’istinto sociale è represso, con un probabile distacco eccessivo ed il rischio di una certa “rinuncia” (a livello psicologico) dalla figura paterna.
Una sensazione spesso presente a livello cosciente o di inconscio (nelle persone con istinto sociale dominante), è quella di dover diventare persone importanti allo scopo di essere “qualcuno nella vita”. In pratica questa sensazione porta ad una maggiore preoccupazione per l’immagine, l’ottenimento di approvazione e di riconoscimento, oltre all’attaccamento a posizioni di parte e ovunque vi sia “status”.
Perciò i sociali-dominanti possono entrare con maggior frequenza in giochi politici, relazioni di potere e di manipolazione e possono anche cercare una maggior vicinanza a persone importanti e socialmente influenti, seguendo una prospettiva di interesse allo scopo di ottenere un certo distacco. Queste sono, perciò, le ombre da osservare.
Dall’altra parte i sociali dominanti possono essere genuinamente preoccupati di stabilire l’unione del gruppo, perché sono più avversi ai conflitti, oltre a dedicare più attenzione agli altri che a loro stessi – anche se l’attenzione tende ad essere più al gruppo come un tutto che nei riguardi di un singolo individuo. C’è una maggior tendenza, in questo profilo, all’idealismo ed alla coltivazione di grandi idee di trasformazione.
Il “sociale-represso” invece può possedere una tendenza all’incredulità riguardo alle intenzioni delle persone nei gruppi, nella collettività e nella propria umanità – qualcosa che ho descritto sopra come un scetticismo “arido”. Le tracce di comportamento più tipiche di queste persone si possono osservare nel disconnettersi più facilmente dai gruppi, l’avversione ai processi di gruppo (attività come il “team-building”, dibattiti, lavori di gruppo con il rischio di sviluppare un certo individualismo). Tali persone possono essere più scettiche ed anche ironiche riguardo alle strutture collettive ed alle iniziative sociali, possono dimostrare bassa abilità e tatto sociale per affrontare il gruppo, e possono dimostrarsi come meno influenti e “vendere meno i loro prodotti” in pubblico.
Considerando il tuo profilo originale, che livello di base credi che il tuo istinto sociale abbia? È dominante, secondario (intermedio) o represso? Quali atteggiamenti hai già preso per equilibrare meglio il livello di questo istinto? Com’è oggi? E soprattutto quali sono i tuoi prossimi passi per equilibrarlo meglio?
*Urânio Paes è direttore della UP9 Desenvolvimento Humano, professore affiliato di Helen Palmer e David Daniels nello Enneagram Professional Training Program (EPTP), membro dell’Enneagram in Business Network (EIBN) ed è stato presidente globale dell’International Enneagram Association (IEA).
[1] Vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore
[2] Claudio Naranjo paragona maggiormente questo tipo di amore all’istinto sessuale.
[3] Come, ad esempio, nei concetti di Sangha, nel buddismo, e di Ummah, nell’Islamismo e nel Sufismo. Relativamente a questo argomento Gurdjieff diceva che il gruppo di lavoro interiore non era importante, ma imprescindibile per “il Lavoro”.
[4] Secondo gli psicologi, il complesso di superiorità nasconde un complesso di inferiorità, che è l’altro polo dello stesso complesso.
[5] Non parlo qui di un atteggiamento pragmatico e necessario di auto-valorizzazione della vita ma di una necessità individuale, egoista, di sentirsi al di sopra.