Ho il piacere di condividere con i lettori del blog di NoveVie, il secondo di una serie di cinque articoli sugli istinti scritti da Uranio Paes (1). Dopo aver illustrato nel primo articolo come i tre istinti auto-conservativo, sociale e sessuale operano nella nostra vita, vedremo ora più in dettaglio le tematiche legate al singolo istinto iniziando da quello auto-conservativo. Le tematiche verranno trattate sia nell’osservare come tale istinto opera in noi quando esso rappresenta il nostro istinto dominante (quello al quale accediamo con maggior rapidità e facilità) e sia quando esso è nello stato cosiddetto represso, ovverosia quando non rimane inutilizzato o in uno stato di inconscio.
Qualora non avessi ancora letto il primo articolo puoi visualizzarlo cliccando sul link qui sotto:
L’istinto auto-conservativo, nel suo stato più puro, riguarda la gratitudine per la vita concessa dal Creatore. La persona che si conserva adeguatamente dimostra di essere grata per l’enorme dono della vita ed è anche responsabile per curarlo bene ed in modo rispettoso, così come fanno gli animali, anche quelli con strutture cellulari più semplici.
Preservare la propria vita e rispettare le altre forme di vita è, in fondo, uno degli atteggiamenti più basici che ci si aspetta da tutti gli esseri viventi. Fra gli animali, in Natura, si uccide soltanto per la propria sopravvivenza e si conserva la vita nei modi più diversi, evitando i predatori.
Inoltre, considerando il livello più vicino all’Essenza (il nostro vero sé) ed il suo funzionamento più sano, l’istinto auto-conservativo è legato alla capacità contemplativa (dell’orazione, ad esempio) e del contatto più profondo con il silenzio (cercato, ad esempio, tra le tecniche di meditazione), oltre alla conoscenza del fatto che è molto importante impegnare il corpo nei processi di sviluppo della coscienza (diverse tecniche terapeutiche più corporali e fisiche, oltre alla valorizzazione degli sport come forma di ingrandire non soltanto la salute, ma anche la propria centratura).
Dopotutto, la capacità di essere “presente”, che è alla base della pratica di coloro che investono nello sviluppo spirituale, comincia dalla capacità di sentirsi totalmente connessi al corpo.
Tuttavia, quelli che si conservano in modo esagerato – gli auto-conservativi dominanti – portano con sé, possibilmente, un’ombra (che, per definizione, tende ad essere incosciente) di mancanza di fiducia nella vita e nel proprio Creatore, sviluppando un atteggiamento di maggior diffidenza davanti al destino.
Di contro, quelli che si conservano in modo insufficiente – gli auto-conservativi repressi – possono avere un’ombra simile di diffidenza sul fatto che il Creatore non provvede a ciò che è necessario e non aiuta a conservare adeguatamente la vita.
Entrambi i profili spesso portano con loro traumi centrali di episodi in cui la vita è stata minacciata. Alcuni esempi di traumi comuni che si vedono durante i workshop più profondi con l’Enneagramma sono: rischi fisici, di salute o di sopravvivenza percepiti durante l’infanzia o nel periodo intra-uterino; situazioni antiche di mancanza di risorse o di privazioni; memorie di dolori familiari sistemici o anche collettivi di questioni legate alla fame, alla morte per guerre ed alla scarsità.
Dal punto di vista psicologico, l’istinto auto-conservativo è legato alla figura della madre che è chi ha la funzione archetipica di proteggerci ed aiutarci a preservare adeguatamente la vita. Lavorare sulla relazione con la madre per risolvere eventuali traumi di questo rapporto è, per diversi motivi, imprescindibile per tutti quelli che si collocano sulla strada dell’autosviluppo.
Tuttavia, queste questioni legate alla madre tendono ad essere percepite dall’individuo come più traumatiche quando l’istinto auto-conservativo è dominante (con una tendenza a sentire una dipendenza o un attaccamento eccessivo alla figura materna) rispetto a quando l’istinto auto-conservativo è represso, dove a generarsi è un probabile distacco eccessivo (ed un rischio di una certa “desistenza”, a livello psicologico) dalla figura materna.
La sensazione quasi permanente, cosciente o incosciente, delle persone che sono auto-conservative dominanti, è quella in cui la vita è minacciata e che qualcosa di rischioso alla sopravvivenza può succedere in qualsiasi momento. In pratica, questa sensazione porta questo gruppo di persone ad avere un tratto (caratteristica) più ansioso, diffidente, contrario ai rischi e pragmatico se paragonato alle altre persone dello stesso tipo dell’Enneagramma (es. un Tipo Sei auto-conservativo dominante avrà una tendenza a sviluppare una personalità più cauta e meno aggressiva rispetto ad un Tipo Sei che ha l’istino auto-conservativo represso).
Negli auto-conservativi dominanti sono comuni anche qualità di organizzazione, puntualità e regolarità. Persone così tendono anche a preoccuparsi almeno un po’ di più con la propria salute e con questioni e controlli finanziari. Queste persone tendono anche a prestare maggiore attenzione a loro stesse ed alle loro priorità, se paragonate ai colleghi dello stesso tipo. Come effetto collaterale, sono a maggior rischio di essere individualisti e di possedere un’ombra di egoismo o anche di opportunismo. Lo stile tende ad essere più autosufficiente e introverso – tuttavia, prendendo sempre come riferimento, in questo paragone, gli altri colleghi dello stesso tipo.
Quelli che sono auto-conservativi repressi possono possedere una tendenza a non considerare la propria vita come sufficientemente importante e, perciò, oggetto di meritate cure. Con ciò, queste persone possono dimostrare, in modo volontario o involontario (attivo o passivo) una certa negligenza e persino un disprezzo verso la vita – principalmente verso la vita quotidiana. Da un altro lato c’è un profilo di audacia, propensione al rischio e possibile attitudine imprenditrice coraggiosa (mentre un auto-conservativo dominante può avere più il profilo del manager anziché dell’imprenditore).
La distrazione, la disorganizzazione e l’avversione alla routine possono facilmente diventare dei punti deboli per queste persone, così come una certa mancanza di attenzione ai temi della salute ed una non obbedienza alle necessità del corpo (mangiare quando ho fame, coprirmi quando ho freddo, andare in bagno il prima possibile quando ho necessità, ecc). Se paragonate ai colleghi dello stesso tipo dell’Enneagramma, queste persone tendono ad essere più estroverse.
Considerando il tuo profilo originale, che livello di base credi che il tuo istinto di conservazione abbia? È dominante, secondario (intermedio) o represso? Quali atteggiamenti hai già preso in vita tua per equilibrare meglio il livello di questo istinto? Com’è oggi? E, principalmente, quali sono i tuoi prossimi passi per equilibrarlo meglio?
*Urânio Paes è direttore della UP9 Desenvolvimento Humano, professore affiliato di Helen Palmer e David Daniels nello Enneagram Professional Training Program (EPTP), membro dell’Enneagram in Business Network (EIBN) ed è stato presidente globale dell’International Enneagram Association (IEA).
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