Ritengo che dietro la paura della pandemia che porti all’estinzione dell’Homo Sapiens vi sia l’ombra dell’Homo demens ovvero ciò che noi come umanità non vogliamo riconoscere in noi stessi.
L’ombra in psicologia è quella parte di noi che consideriamo inaccettabile e che proiettiamo fuori, esattamente come la nostra ombra, ma siccome tutto ciò che noi disconosciamo ci controlla, così l’ombra (il nostro lato oscuro) controlla l’umanità.
Finché non riconosceremo che l’umanità invade l’organismo che la ospita (il pianeta) esattamente come fa un virus, non potremo mai fare il balzo evolutivo che ci è richiesto e necessario.
Temiamo un virus perché nel virus vediamo inconsciamente noi stessi.
I virus non hanno un fine (lo si vede ad esempio nelle cellule cancerogene che non hanno una capacità di finire, di chiudere) e non avendolo l’unico loro agire è determinato dalla riproduzione all’infinito, appunto senza un fine.
I virus non hanno una volontà di sopravvivenza ma solo di parassitismo e muoiono con il corpo che li ospita.
È davanti ai nostri occhi ma dobbiamo riconoscerlo: l’Homo Sapiens (o demens) ha conquistato il pianeta e lo sfrutta a suo vantaggio mal bilanciandosi con la natura, prende più di quello che dà e si comporta esattamente come una creatura aliena.
Ma un virus non ha altra scelta che essere virus, la specie umana invece può scegliere.
In questo momento storico la cosa più importante è che venga fatta una diagnosi, solo un’umanità che si rende conto di essere malata può guarire.
È in atto uno scontro che è stato brillantemente narrato nell’animazione di Walt Disney “La spada nella roccia”.
Nell’agone tra mago Merlino e maga Magò, rappresentanti l’uno della luce e l’altra delle tenebre, alla fine ciò che permette a Merlino di vincere agli attacchi della maga Magò è proprio un virus che la riduce a stare a letto cosciente della propria malattia.